[Redazione]
Proseguono gli appuntamenti realizzati nell’ambito del mese dei diritti umani e del progetto “Da vicino nessuno è normale. Combattere i pregiudizi e diffondere una cultura dei diritti e dell’integrazione” realizzato da ASARP e Fondazione Basaglia con il finanziamento della Fondazione di Sardegna. Domani mercoledì 13 dicembre a Cagliari alle ore 17.00 nel Centro Comunale di Arte e Cultura Il Ghetto, proiezione del film “Padiglione 25. Diario degli infermieri” di Massimiliano Carboni e presentazione del libro “Padiglione 25. Autogestione in manicomio (1975-1976) a cura di Claudia Demichelis. Gli autori e i protagonisti Vincenzo Boatta, Tommaso Losavio e Maria Grazia Giannichedda discuteranno con Augusto Contu, direttore Dipartimento di salute mentale, ASSL CA e Anna Laura Pirisi, Fondazione Basaglia. Coordina Ottavio Olita, giornalista, introduce i lavori Gisella Trincas, presidente ASARP.
Il libro “Padiglione 25. Autogestione in manicomio è un racconto in presa diretta da cui emerge con forza che cosa fosse il manicomio «e di cosa fosse fatto il lavoro per smontarlo», come scrive Maria Grazia Giannichedda, nella sua nota introduttiva al testo. Una «prova di liberazione» la definisce Tommaso Losavio nella postfazione: un tassello importante della memoria di quegli anni, un esercizio interessante per il presente, nonostante l’esito tragico e la violenza dei rapporti di potere, che vedrà i giovani infermieri lasciati completamente soli e ostacolati da un’istituzione interessata solo al fallimento dell’esperienza. Una vicenda esemplare per riflettere sulla condizione attuale di trattamento e di cura del disagio psichico.
A cura di Claudia Demichelis, il libro è accompagnato dal film documentario Padiglione 25, Nell’ estate 1975 un gruppo di infermieri dell’istituto manicomiale Santa Maria della Pietà di Roma, influenzati dalle nuove idee di Franco Basaglia, decidono di autogestire uno dei padiglioni del manicomio. Inizia così per gli “ospiti” del Padiglione 25 un lavoro lento e faticoso di reinserimento progressivo nelle regole sociali, obiettivo finale del progetto è la definiva dimissione dei degenti. Giorno dopo giorno vengono introdotte piccole e grandi trasformazioni nella vita del “reparto aperto”, pratiche alle quali né il paziente né il personale sono abituati. L’elenco delle novità è lungo: abbattimento della contenzione farmacologia e meccanica; gestione collettiva della vita di reparto e della presa in consegna dei pazienti; reintroduzione dell’uso di oggetti quotidiani come le posate, gli abiti civili, il sapone; la busta paga per i compensi agli “ospiti” impiegati in lavori all’interno del manicomio; il lavoro d’equipe per il personale; il ricongiungimento familiare. Per 12 mesi, ogni aspetto della vita del reparto viene annotato dagli infermieri in un diario, che diventa l’occasione per raccontare il difficile percorso di liberazione dal regime di segregazione manicomiale. Il “diario” del Padiglione 25 è un film che dà voce agli infermieri, i soggetti più in ombra nei movimenti che negli anni ’70 hanno contestato il manicomio e cercato di trasformare la psichiatria.