Rinasce Onde Corte

di Mauro Manunza

Rinasce Onde Corte, giornale periodico che per tre anni ha raccontato la sofferenza mentale di chi la vive o la condivide con consapevole e solidale vicinanza. Dal 2004 al 2007 è stato un foglio d’informazione e confronto rivolto alle comunità di genere e – possibilmente – a chiunque sia interessato ai problemi sociali; oggi torna in forma diversa, ma più ricca e di vasta potenzialità divulgatrice. Affidato al web, è infatti un portale di informazione online che si propone di abbracciare cronaca, politica, cultura, economia, varia attualità, con approfondimenti e sollecitazioni di dibattito, senza diminuire l’attenzione alla salute mentale e indeterminatamente al mondo dei volontari. Questo l’intento di un gruppo di soci dell’Asarp (Associazione sarda per l’attuazione della riforma psichiatrica) e di giovani che credono nell’importanza della comunicazione sociale dopo avere attraversato la fruttuosa esperienza di un corso specifico di alta formazione.
Non è un caso che Onde Corte (con programmata cadenza quindicinale) si presenti al pubblico nei giorni del trentacinquesimo anniversario della legge Basaglia, prima – e unica – normativa di riforma di un sistema psichiatrico antico e del tutto inadeguato rimasto in piedi fino agli scorsi anni Settanta. Come tutti sanno, la Legge numero 180 del 13 maggio 1978 ha imposto la chiusura dei manicomi e regolamentato il trattamento sanitario obbligatorio, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici. E’ associata al nome del suo promotore, Franco Basaglia, psichiatra illuminato che ha convinto la società scientifica, gli ambienti politici e l’intera comunità sociale a riconoscere la dignità del paziente e il suo diritto a un’adeguata qualità della vita.
Scomparso nel 1980 all’età di 56 anni, Basaglia era l’esponente di punta della psichiatria antiistituzionale: sosteneva che l’istituzione manicomiale fosse retaggio di una psichiatria tradizionale secondo cui i disturbi psichici fossero d’origine esclusivamente organica, al di là delle derivazioni sociali. Richiamando l’attenzione sulla complessità e le sfaccettature del problema, impegnandosi tenacemente a correggere errate visioni scientifiche e politiche, riuscì a far cadere l’atavica paura del “disturbo mentale”, causa di rifiuto, isolamento, emarginazione e peraltro di violente pratiche pseudo-terapeutiche. La teoria e la pratica di Basaglia ha prodotto la legge 180 e il superamento dei manicomi.
Non si può dire che tutto sia risolto e i pregiudizi siano stati abbattuti, ma certo in 35 anni molto è cambiato (fra alti e bassi). Resta vivo, e anche vivace, il dibattito sulla cura e la gestione dei malati. La legge 180 non ha coerentemente pianificato il dopo-manicomi, e infatti le Regioni, le Asl, i Dipartimenti e i Centri di salute mentale, cui è affidata la gestione dei servizi psichiatrici, vanno un po’ ciascuno per conto suo, i trattamenti spesso divergono, la qualità dell’assistenza non è esemplare. Senza contare che è rimasto in piedi un altro grave problema, direttamente collegato all’incompletezza della riforma: è quello degli ospedali psichiatrici giudiziari, che hanno sostituito i vecchi “manicomi criminali” ma non hanno modificato sostanzialmente la gestione dei malati: non consentono l’intervento dei servizi di igiene mentale, non assicurano adeguate cure, dipendono dal Ministero della giustizia e sono in parte dichiarati illegittimi dalla Corte Costituzionale. Sarebbero dovuti sparire entro il 31 marzo scorso, ma il termine è stato prorogato di un anno. Non esistono Opg nella nostra regione e sono 150 i sardi internati (imprigionati) nelle strutture oltre Tirreno, che la presidente dell’Asarp, Gisella Trincas, definisce “discariche sociali”.
La psichiatria e la medicina antropologica vanno avanti con maggiore speditezza della volontà politica e delle insensibilità burocratiche, che anzi trattengono l’avanzamento delle conquiste e delle misure innovative. Il cammino della civiltà ha il passo lento. Ma si può dire con Franco Basaglia: è importante avere provato che si può fare diversamente, <ora sappiamo che c’è un altro modo di affrontare la questione; anche senza la costrizione>.
Perché il maggior numero di persone possibile sappia e capisca, perché tutti possano camminare sulla strada del progresso civile parallelamente allo sviluppo scientifico: per questo chiediamo curiosità e attenzione attorno a una piccola voce chiamata Onde Corte.

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Autore: OndeCorte

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